a cura di massimo giugliano
La pittura di Marco Di Gennaro è un affascinante viaggio in un mondo di sentimenti, mistero, riflessioni,
osservato con gli occhi dell'artista che, in quanto tale, riesce a trascinarci in questo mondo e a
farcelo visitare attraverso rappresentazioni oniriche, una sorta di universo parallelo visivo. Ed ecco
che un abbraccio diventa icona stilizzata, un paesaggio azzera la propria forma assottigliandosi nella
linea dell'orizzonte, i sentimenti sono onde e vortici trasportati direttamente dal nostro corpo alla
tela. Ad ogni tema corrisponde una tecnica, una forma ed una composizione diverse, come è diverso lo
stato d'animo dell'artista di fronte a soggetti e situazioni che stimolano la sua infinita creatività.
Il dono innato dell'artista è rappresentato dalla sua capacità di esprimere con forme e colori e senza
la mediazione delle parole, tutto ciò che la sua anima sensibile vuole comunicarci, tutto ciò che il
verbo renderebbe mera comunicazione quotidiana.
La linea è il principio di ogni cosa: Di Gennaro la propone come unità di misura annullando tutto ciò che è
ridondante, la libera dagli irrigidimenti Mondrianiani per curvarla (Maternità, Eros, dormiente), renderla
infinita nel perpetuo moto di un vortice (Vita, Profondità, Pensieri), darle ascendenze verticali
(Abbraccio), nonché orizzontali(città). La linea diventa denominatore comune di ogni sentimento umano,
avvolta dai colori poi compie la sua definitiva metamorfosi in opera d'arte. Il rosso della Maternità è
metafora della più disarmante forma di amore: quello di una madre verso il figlio; in Eros le venature di
Blu fanno da sfondo alla tranquillità dell'anima mentre si abbevera alle fonti del piacere nella
consapevolezza di essere al contempo fonte e foce di voluttà.
Quando, invece, il colore cede il posto a sfumature di toni neutri (Pensatore, Solitudine), i temi cambiano,
orientandosi verso stati d'animo non condivisibili con altri, lasciando spazio alla più totale e malinconica
interiorità.
Le suggestioni etniche, risultato dei numerosi viaggi dell'artista in cerca di sempre nuove emozioni
(disegni Incas), si concretizzano in accostamenti cromatici tesi a fondere la terra ed il sole, i totem
antropomorfi e quelli zoomorfi, le forme stilizzate, lontano retaggio di mitiche divinità.
Lo sviluppo orizzontale è legato al tema paesistico: il dato cromatico è testimone del momento atmosferico
rappresentato (Tramonto, Luna rossa) e varia dagli sfondi grigio-argento di "Luna rossa" al rosso fuoco di
"Tramonto", nel quale l'albero è simbolo e memento di rigenerazione vitale. Il Tramonto è legato alla linea
dell'orizzonte, dove il sole scompare, ma è anche promessa di ritrovare quel sole al risveglio, immancabile
prova della continuità della vita.
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