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a cura di massimo giugliano
Rappresentare la città nel suo fluire di
vita e di inevitabile caos: il tutto scandito dalla presenza
uniformante e rassicurante della linea. Lo sguardo percorre la
tela in orizzontale, fedele al formato della stessa, seguendo la
linea principale, in rosso e in giallo, materializzazione di un
anonimo sky line metropolitano ma allo stesso tempo suggeritrice
di un percorso fatto di strette e labirintiche vie. La linea
principale, infatti, ha una doppia funzione: può essere letta
come prospetto stilizzato di manufatti cementizi a varie altezze,
ricamati da solchi simili a segni tribali sul volto di guerrieri
pronti alla battaglia, ma anche come istantanea di un oggetto che
si muove in maniera talmente veloce che non si riesce a renderlo
visibile nelle sue fattezze. I guerrieri: metafora della
quotidiana battaglia che ogni cittadino sa inconsciamente di
dover combattere, e la velocità: cancro strisciante delle nostre
realtà metropolitane. Il fondo è nero, completamente nero, capace
di assorbire tutti i colori e di proiettarci in questo mondo
affascinante e coinvolgente che fa diventare ognuno di noi
guerriero e proiettile, martire e carnefice. L'artista vuole
comunicarci la sensazione di un qualsiasi osservatore che, da un
angolo di pace, vede la metropoli da lontano ma non riesce a
sentirne i rumori, non riesce ad immedesimarsi in questa realtà
che diventa un totem di colori e di percorsi piacevoli da vedere
ma difficili da vivere.
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